Fake news e post-verità: la rete come nuovo strumento per tecniche del passato

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Velocità e immediatezza aumentano i rischi per una corretta informazione: il ruolo fondamentale del giornalista, oggi più che mai.

La tecnica dell’alterazione nel racconto dei fatti, a cui diamo il nome di Fake News o post-verità, non nasce certo oggi e anzi ha una lunga tradizione e numerosi precedenti storici più o meno noti a partire dall’età greco-romana, tuttavia proprio l’epoca in cui velocità e immediatezza nella ricerca e nella produzione di informazioni sono diventate la norma grazie allo sviluppo della Rete e del web espone l’informazione e l’opinione pubblica a rischi molto maggiori: il ruolo del giornalista, in questo senso, anziché sminuito dovrebbe emergere semmai come fondamentale.

Una notizia falsa ha un mezzo e un fine: il mezzo è un fatto, singolo o in sequenza, senza riscontro nella realtà e senza riferimento ad alcuna fonte attendibile; il fine è alimentare una percezione distorta del fatto stesso nel lettore per alimentare stimoli irrazionali o paura. A ciò si affianca il tema della post-verità, particolarmente dibattuto di questi tempi, in cui addirittura vi è un ribaltamento di ruoli in cui la notizia stessa passa in secondo piano in quanto subordinata alla tesi che si vuole affermare[3].

Nella giungla di notizie in cui il lettore è obbligato a districarsi quotidianamente, senza mai dimenticare che è ormai più che documentata l’esistenza di vere e proprie “centrali operative” dedicate alla produzione e alla diffusione di notizie false o di realtà alterata sfruttando tutte le potenzialità offerte dai principali social network[4], chi opera nell’informazione dovrebbe essere dotato di tutti gli strumenti utili per fare chiarezza e restituire il più possibile fatti reali e certi ai lettori. In questo senso, accanto alle iniziative adottate dall’Ordine dei Giornalisti in materia di aggiornamento professionale, proprio nelle ultime settimane caratterizzate dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19 il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria presso Palazzo Chigi ha attivato un monitoraggio specifico sulle fake news legate al tema che si sono diffuse in questo così delicato periodo[5].

Mattia Boretti


[1] M. Vella, Da Pericle a Trump passando per Dumas: alle origini delle fake news, Vita, 10/07/2019 – http://www.vita.it/it/article/2019/07/10/da-pericle-a-trump-passando-per-dumas-alle-origini-delle-fake-news/152185/

[2] A. Di Mattia, Una, nessuna e centomila news: il ruolo del giornalista nella bulimia dell’informazione, 18/12/2019 – https://www.lavocedinewyork.com/news/first-amendment/2019/12/18/una-nessuna-e-centomila-news-il-ruolo-del-giornalista-nella-bulimia-dellinformazione/

[3] Cos’è la post-verità? Risponde la Crusca, Linkiesta, 03/12/2016 – https://www.linkiesta.it/2016/12/cose-la-post-verita-risponde-la-crusca/

[4] B. Simonetta, Il mondo delle fake news: chi le crea, a cosa servono, quanto incidono sulle elezioni, Il Sole 24 Ore, 22/08/2018 – https://www.ilsole24ore.com/art/il-mondo-fake-news-chi-crea-cosa-servono-quanto-incidono-elezioni-AEzhN4dF

[5] https://informazioneeditoria.gov.it/it/notizie/unita-di-monitoraggio-per-il-contrasto-della-diffusione-di-fake-news-relative-al-covid-19-sul-web-e-sui-social-network-adottato-il-4-aprile-il-decreto-di-istituzione-presso-il-dipartimento/

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