Tutela dell’autore con la tecnologia blockchain
L’editoria, al passo con una società sempre in movimento, non può permettersi di rimanere indietro.
Con l’affermarsi del web e con la conseguente globalizzazione, il diritto d’autore ha perso un elemento fondamentale: la “territorialità”.
Non è più necessario recarsi fisicamente in un determinato luogo per acquistare l’opera: la si può trovare tranquillamente in rete. Come rimpiazzare quindi questa mancanza e tutelare oggi il diritto d’autore sul web?
La risposta potrebbe essere la tecnologia blockchain[1] ideata da Satoshi Nakamoto[2], pseudonimo della persona o del gruppo di persone che nel 2011 hanno lanciato la Bitcoin e che per tenere un registro di tutte le transazioni che avvengono con quest’ultima hanno dato forma ad un sistema che sfrutta i dati e la potenza di una rete di computer provenienti da ogni parte del mondo. Si è così realizzata una vera e propria banca dati in continuo aggiornamento da poter utilizzare in molti campi, come quello per la difesa dell’editoria.
Leggi l’articolo completo nel numero di settembre.
[1] È definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in blocchi, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia.
[2] L’ultimo contatto da parte di Satoshi Nakamoto è stato nel 2011, quando dichiarò di essere passato ad altri progetti e di aver lasciato il Bitcoin in buone mani con Gavin Andresen.