La società dell’incertezza raccontata dal sociologo e pensatore polacco
«Tutti i punti di riferimento che davano solidità al mondo e favorivano la logica nella selezione delle strategie di vita […] sembrano in piena trasformazione. Questa nostra epoca eccelle nello smantellare le strutture e nel liquefare i modelli, con casualità e senza preavviso». [1]
Così scrive il sociologo Zygmunt Bauman[2] che, con la sua idea di società liquida[3], ha interpretato al meglio lo stato di smarrimento che oggi ci caratterizza, paragonando il concetto di modernità e postmodernità allo stato solido e liquido. La nostra società è liquida in quanto priva di strutture e certezze. Questo ci rende schiavi di una vita sempre più frenetica, dell’omologazione per evitare l’esclusione dal gruppo. Stiamo diventando soggetti privi di qualsiasi valore morale, distinti esclusivamente dal valore economico[4] e da un senso di arrivismo che esclude qualsiasi tipo di collaborazione.
Mentre nella fase precedente — e quindi solida — gli individui potevano aspirare al controllo del proprio futuro, il tempo della liquidità, con i suoi innumerevoli cambiamenti, ci porta ad avere un’unica certezza: l’incertezza.[5] Non avendo più alcuna fiducia nel domani la globalità si fa velocemente mutevole ed instabile in tutte le sue forme. In questo dissolversi di sicurezze è evidente l’inefficacia dei vecchi modi di agire ed essere e, non avendo nuovi punti di riferimento, brancoliamo nel buio.
Per Bauman, inoltre, il sentimento principale che affligge l’uomo postmoderno è il disagio[6], dovuto al fatto di non essere in grado di costruire una propria identità e stabilizzarla. Di conseguenza non riesce a tessere legami affettivi, vagando alla ricerca di sentimenti puri e autentici, impaurito dalla solitudine e dalla superficialità.
Nel mondo liquido-moderno quindi, la solidità delle cose, così come la solidità dei rapporti, è considerata quasi una minaccia[7] e ogni impegno a lungo termine sembra privarci della libertà di accettare nuove opportunità.
Elena Sperduti
[1] Zygmunt Bauman, La società individualizzata, il Mulino, Bologna, 2001. (L’istruzione nell’età postmoderna: p. 159)
[2] Zygmunt Bauman (Poznań, 19 novembre 1925 – Leeds, 9 gennaio 2017) è stato un sociologo, filosofo e accademico polacco. (Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Zygmunt_Bauman)
[3] Nei suoi libri sostiene che l’incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti quali il consumismo e la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l’industria della paura, lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa, e così via. (Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Zygmunt_Bauman)
[4] Il tratto distintivo di questa smania del comprare e dell’apparire ha anche un tratto specifico: una volta che il singolo riesce ad appagare il proprio desiderio comprando un oggetto tanto ambito e ammirato, esso diventa quasi immediatamente obsoleto. (Cfr. http://www.artspecialday.com/9art/2018/01/09/zygmunt-bauman-societa-liquida/)
[5] Zygmunt Bauman, Modernità Liquida, Editori Laterza, 2011
[6] L’individuo post- moderno si sente infatti rigettato dalla società in cui vive, preferisce il grigiore della solitudine all’arcobaleno sociale che oggi il mondo ci offre. (Cfr. https://www.artwave.it/cultura/cultura-e-societa/bauman-sociologia-amore-liquido/)
[7] Zygmunt Bauman, Cose che abbiamo in comune. 44 lettere dal mondo liquido, Editori Laterza, 2012